Come funziona il citofono di casa
La citofonica è una branca dell’elettrotecnica che permette la comunicazione tra due apparati: il posto esterno e il ricevente interno. L’installazione di questa tipologia di impianto trova grande sbocco nell’edilizia, sia a livello industriale che soprattutto in quello residenziale.
Ogni impianto citofonico, dalla villetta al complesso condominiale, è composto dalle seguenti apparecchiature:
- Ricevitore interno che può essere una semplice cornetta o un più sofisticato monitor video. Tale dispositivo permettere di ricevere una chiamata sia dal posto esterno installato esternamente all’edificio sia da altri apparecchi interni (ad esempio da altre stanze in ambito residenziale o da altri uffici in una realtà commerciale), instaurando così una comunicazione sia audio che video
- Posto esterno, dotato di microfono, altoparlante, tasto di chiamata ed eventuale sensore ottico (in caso di impianti videocitofonici) che permette di inviare una chiamata verso l’interno dell’edificio
- Alimentatore che trasforma la corrente in ingresso 230V in bassa tensione e che serve per alimentare tutti i dispositivi
- Relè di scambio, attuatori video e qualsiasi altro componente elettronico
Impianti citofonici analogici e digitali
Gli impianti citofonici analogici, che in Italia sono ancora molto diffusi, utilizzano un sistema ‘multifilare’, ovvero necessitano per il funzionamento di diversi conduttori elettrici (solitamente cinque) ove ogni filo ha una funzione ben specifica all’interno del sistema: c’è infatti un filo di massa (comune), uno per la fonia, uno per la suoneria ecc… Gli impianti citofonici ‘digitali’ invece utilizzano un sistema molto più semplice poiché la trasmissione del segnale viaggia su un linguaggio BUS: un semplice cavo a due conduttori, senza polarità, permette infatti sia di alimentare i dispositivi che di condurre i segnali quali fonia, suono e immagine. Questa semplificazione è stata resa possibile grazie all’ingresso sempre più determinante della componente elettronica, comportando una notevole diminuzione dei tempi di installazione e della qualità del segnale trasmesso.
Si pensi ad esempio se provassimo ad aprire la pulsantiera citofonica di un complesso condominiale: se si trattasse di un sistema analogico troveremmo, oltre ai fili per alimentazione, microfono, altoparlante, segnale video (in quest’ultimo caso troveremmo un cavo coassiale simile a quello impiegato per il segnale TV) anche un filo per ciascun appartamento dello stabile (se il complesso ospitasse cento famiglie, si tratterebbe di altrettanti fili); nel caso in cui il sistema fosse digitale, invece, con due conduttori si riuscirebbe ad alimentare la pulsantiera e far suonare ciascun ricevitore interno, oltre che trasmettere il segnale fonico e video.
Integrazioni particolari del citofono
Gli impianti citofonici di ultima generazione prevedono inoltre di interfacciarsi con la rete internet dell’abitazione, permettendo di ricevere sul proprio smartphone la chiamata proveniente dalla pulsantiera e perfino di aprire la porta di casa al visitatore, anche se ci si trovasse a chilometri di distanza.
Esistono anche sistemi citofonici pensati per particolari installazioni dove non è possibile instaurare una comunicazione via filo tra i componenti dell’impianto per la mancanza di tubazioni: si tratta di impianti wireless dove l’alimentazione dei dispositivi avverrà mediante particolari batterie e la trasmissione del segnale mediante onde radio nell’etere.
In commercio è possibile reperire uno tra questi sistemi sopra descritti: nella maggior parte dei casi, qualora contattiate un elettricista per la realizzazione di un impianto citofonico (audio o video che sia) sarà lo stesso tecnico a proporvi un sistema digitale, con la possibilità di ampliarne le funzione installando ad esempio una telecamera aggiuntiva, ricevitori intercomunicanti, suonerie supplementari o segnalazioni video per persone con problemi all’udito o altre apparecchiature che la tecnologia nel coso degli anni non esiterà a proporre alla clientela.