Quali sono gli elementi di base di un impianto elettrico
L’impianto elettrico preleva energia dalla rete di distribuzione locale e la fornisce a un qualsiasi edificio (abitazione, attività commerciale, luogo pubblico ecc.) garantendo efficienza e sicurezza per l’utente finale. Il consumo è calcolato da un apposito strumento, il contatore (vedi approfondimento Wikipedia), che può trovarsi internamente o esternamente al fabbricato. Vediamo qui di seguito la composizione di un classico impianto elettrico e gli elementi che lo compongono.
Sistema monofase e trifase
A seconda della destinazione d’uso, quindi dell’energia totale consumata, la corrente erogata potrà essere monofase o trifase. Il primo sistema di distribuzione è quello maggiormente diffuso nelle abitazioni e nei piccoli negozi, il secondo trova invece impiego soprattutto nelle attività commerciali e industriali.
Nel primo caso la corrente si propaga attraverso due conduttori, il neutro (sempre di colore blu) e la fase (che può presentarsi di colore nero/marrone/grigio); nel secondo caso, oltre al filo di neutro, troveremo invece tre fasi per un totale di quattro fili. Nel caso voleste approfondire l’argomento potete consultare il nostro articolo che parla dei colori dei cavi elettrici.
Il quadro elettrico
A valle del contatore di energia sono collegati due fili (quattro per i sistemi trifase) che andranno ad alimentare un quadro elettrico dove sono presenti due diversi interruttori a protezione dell’impianto e della sicurezza di chi lo utilizzerà, il differenziale e il magnetotermico. Quando viene redatta la dichiarazione di conformità da parte dell’installatore viene anche realizzato un disegno che non è nient’altro che lo schema dell’impianto.
Interruttore differenziale (salvavita)
viene così definito poiché calcola il ‘differenziale’ tra la corrente in ingresso e quella in uscita dall’impianto. Se tale differenza supera un determinato valore di Ampere preimpostato l’interruttore scatterà aprendo il circuito. La discrepanza di quantità di corrente può crearsi per motivi quali una dispersione all’interno di un elettrodomestico o l’elevata umidità di un edificio, solo per citare i casi maggiormente riscontrabili. A seconda dell’impiego sono stati pensati diversi tipi di differenziali raccolti in classi: nelle abitazioni troveremo maggiormente quelli in classe AC, o ancora in classe A se ci sarà una ingente presenza di apparecchiature elettroniche quali computer, lampade a led, trasformatori ecc. Ogni salvavita è dotato di un piccolo pulsante che deve essere periodicamente premuto (almeno una volta al mese) come test di verifica della corretta funzionalità del dispositivo.
Interruttore magnetotermico
così denominato poiché include una doppia protezione: magnetica, ovvero dai cortocircuiti si verificano quando la fase e il neutro (o due fasi in un sistema trifase) vengono a contatto, e termica, cioè dai sovraccarichi (quando ad esempio si utilizzano in contemporanea elettrodomestici o qualsiasi altra fonte di assorbimento che richiedono un consumo di energia maggiore rispetto a una prefissata soglia). Come gli interruttori differenziali anche quelli magnetotermici sono classificati in diversi gruppi a seconda della curva di intervento che devono garantire: nelle nostre case troveremo soprattutto interruttori con curva C.
Esistono poi in commercio interruttori in cui queste due caratteristiche sono abbinate.
L’efficienza di un impianto può essere dedotta dal numero di interruttori presenti nel quadro poiché ogni interruttore seziona e protegge una parte dell’impianto stesso.
Si potranno trovare infatti circuiti separati per le prese, le luci, gli impianti d’allarme o di condizionamento, gli elettrodomestici ad alto assorbimento quali forno, lavastoviglie e lavatrice. Il numero di linee elettriche in cui è stato suddiviso l’impianto è direttamente proporzionale alla bravura e scrupolosità dell’elettricista che ha eseguito i lavori.
L’impianto di messa a terra
Fondamentale è la presenza di un impianto di messa a terra che svolge una funzione complementare ai dispositivi sopra descritti. Si tratta di un mini impianto, all’interno di uno macro avente le caratteristiche sopra descritte, composto da un circuito di fili (di colore giallo-verde) facente capo a un dispersore metallico piantato nel terreno con lo scopo di scaricare ‘verso terra’ le possibili correnti vaganti.